cosa sono i fringe benefit

Fringe benefit: cosa sono e come gestirli in azienda

06/04/2022

Tra i più comuni troviamo l’auto aziendale, le polizze assicurative e i buoni pasto: sono i fringe benefit, letteralmente “benefici secondari”. Si tratta di benefit accessori, detti anche compensi in natura, che possono soddisfare diverse esigenze dei lavoratori.
Inserirli nel programma di welfare aziendale ha vantaggi sia dal punto di vista della motivazione, sia da quello delle performance poiché permette di gratificare i lavoratori attraverso un ampio ventaglio di offerte. Scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta e quali sono i fringe benefit più diffusi.

I fringe benefit sono una delle soluzioni, a disposizione delle imprese, per incentivare i propri collaboratori, motivarli e aumentarne il grado di soddisfazione, diffondendo benessere e migliorando la qualità di vita.

Si tratta di veri e propri benefit aziendali che rientrano in una particolare tipologia di retribuzione regolata dall’articolo 2099 comma 3 del Codice Civile, ossia la normativa che prevede che i lavoratori possano essere retribuiti anche con soluzioni alternative al reddito.
I fringe benefit possono essere utilizzati dai dipendenti cui sono stati assegnati in due modi diversi: nell’interesse dell’azienda e del dipendente oppure nell’esclusivo interesse dei lavoratori.

Nei prossimi paragrafi, vedremo quali sono i più diffusi in Italia e affronteremo gli argomenti cliccabili nell’elenco che segue:

 

Fringe benefit: significato

L’espressione è composta da due parole: “fringe” che significa “marginale” e “benefit” che letteralmente si traduce in “beneficio”, ma qual è la traduzione di fringe benefit? Insieme, i due termini, si possono tradurre in “beneficio secondario”.
Nel linguaggio quotidiano, questa espressione viene spesso utilizzata come alternativa al “compenso in natura”, cioè quella parte di retribuzione che un'impresa sceglie - oppure concorda attraverso la contrattazione individuale/collettiva - di offrire ai collaboratori in aggiunta alla busta paga stabilita dal contratto di lavoro. Si tratta, quindi, di compensi che non vengono offerti in denaro ma sotto forma di beni e servizi.


Fringe benefit: alcuni esempi

Ogni azienda può decidere quali tipologie di fringe benefit introdurre nel proprio piano di welfare aziendale. I fringe benefit, infatti, possono essere concessi individualmente ai singoli dipendenti e disciplinati all’interno dei contratti individuali.

Tra quelli più comuni, si trovano solitamente l’auto aziendale, il cellulare aziendale, i buoni acquisto e buoni pasto, o in alternativa il servizio di mensa, ma anche assistenza sanitaria, polizze assicurative, prestiti personali e immobili.

Vediamo nel dettaglio alcuni esempi di fringe benefit.

Servizio mensa e buoni pasto

Iniziamo dai fringe benefit relativi all’alimentazione dei dipendenti che possono essere offerti dalle imprese in diverse modalità:

  • mensa aziendale interna, gestita direttamente dall'azienda o appaltata a terzi;
  • mensa interaziendale convenzionata;
  • convenzioni con ristoranti, bar o tavole calde, solitamente in prossimità della sede;
  • buoni pasto, disponibili in formato cartaceo ed elettronico.

Quest’ultima opzione rappresenta uno dei benefit più convenienti, sia per i lavoratori sia per le aziende, in quanto i buoni pasto sono esclusi dalla tassazione fino all'importo facciale di 8€ giornalieri per il formato elettronico. L’esenzione fiscale scende invece a 4€ al giorno per quanto concerne il formato cartaceo.
E non è tutto, perché grazie ai buoni pasto possono essere snellite le procedure relative alla gestione delle note spese di quei collaboratori, come i commerciali o i tecnici che si trovano spesso fuori sede, che richiedono il rimborso delle spese per il pranzo. Un supporto non da poco all'operatività quotidiana!


Auto aziendale

L’auto aziendale è un altro benefit molto diffuso tra le imprese italiane. A seconda degli accordi, la vettura può essere usata dal collaboratore in diverse modalità:

  • in uso promiscuo, cioè sia per lavoro che per ragioni private (solitamente si tratta di noleggi a lungo termine o contratti di leasing);
  • ad uso personale e senza alcun addebito per il collaboratore, quando l’auto è di proprietà dell’azienda;
  • esclusivamente per esigenze lavorative: in questo caso non si tratta di benefit marginale, in quanto l’auto non concorre alla formazione del reddito e il suo costo è sostenuto interamente dall'azienda.

Un’altra opzione è rappresentata dalla circostanza in cui l’auto di proprietà del collaboratore venga usata anche per esigenze professionali. In questo caso, il collaboratore ha diritto al rimborso chilometrico calcolato in base alla tariffa ACI; si tratta di un importo non imponibile fiscalmente.


Telefoni cellulari, computer e tablet

Gli smartphone, i pc portatili e i tablet, se concessi al collaboratore anche per ragioni private e non unicamente a scopo professionale, sono da considerarsi dei benefit e quindi il loro valore - calcolato sommando traffico effettuato, canoni, tassa di concessione governativa e IVA non deducibile - è assoggettato a contributi e imposte per il 50%.


Polizze e assicurazioni

I premi corrisposti per polizze vita e assicurazioni extra-infortuni, se sono regolamentati da accordi aziendali o contratti collettivi, sono deducibili per l’importo pari al 12% del reddito (il limite massimo è stabilito in 5.164,57 Euro).

Rimanendo in tema assicurazioni, per quanto riguarda quelle medico-sanitarie integrative, esistono anche soluzioni totalmente defiscalizzate che fanno parte del programma di welfare aziendale e costituiscono uno degli elementi modulabili e flessibili da poter introdurre in modo semplice, a seconda delle specifiche esigenze dei collaboratori.

Altri tipi di fringe benefit

Le altre aree di intervento dei servizi di welfare aziendale sono:

  • Previdenza integrativa
  • Cassa sanitaria
  • Mutui e finanziamenti
  • Scuola e istruzione
  • Benefit di utilità sociale
  • Voucher, sconti e convenzioni

Gli strumenti di welfare flessibile - di cui fanno parte i Buoni Acquistodi Pluxee - costituiscono le soluzioni ideali per quelle imprese che scelgono di investire nella qualità della vita dei propri collaboratori e aumentarne il benessere organizzativo, la vera chiave nell'incremento delle performance aziendali.

 

Fringe benefit: normativa e valore

Il primo riferimento normativo ai benefit riconducibili al welfare aziendale è rappresentato dall’Articolo 51 comma 3 del Testo Unico sulle Imposte dei Redditi (TUIR) che ha stabilito che il valore dei beni e dei servizi offerti non concorre alla formazione del reddito di lavoro dipendente se l’importo complessivo nel periodo d’imposta non supera i € 258,23.

La circolare dell'Agenzia delle Entrate n. 59/E del 2008 ha incluso nell'ambito di applicazione della norma citata anche le erogazioni sotto forma di beni o servizi o voucher rappresentativi degli stessi, come ad esempio i buoni acquisto.

La Legge di Stabilità 2017, inoltre, ha completato la definizione di welfare aziendale: citando testualmente «Si tratta di prestazioni, opere, servizi corrisposti al dipendente in natura o sotto forma di rimborso spese aventi finalità che è possibile definire, sinteticamente, di rilevanza sociale, escluse dal reddito di lavoro dipendente».

Per i beni e i servizi di welfare indicati nella normativa sono previste quindi defiscalizzazione e decontribuzione integrali.

Misurare la soddisfazione dei dipendenti con i fringe benefit: perché è fondamentale?

La soddisfazione dei dipendenti è la chiave per raggiungere alti livelli di performance e produttività. Motivazione, benessere e fidelizzazione sono tutti fattori fondamentali che si trasformano automaticamente in asset vincenti e tangibili per l’azienda.

Ma come avere la sicurezza di soddisfare le esigenze di tutti i dipendenti? I fringe benefit sono lo strumento ideale che permette di offrire ampio spazio di personalizzazione e di godere di diversi vantaggi sotto molteplici punti di vista.
L’analisi e la valutazione dell’efficacia dei benefit già attivati in azienda sono alla base di un progetto finalizzato alla creazione di benessere e all’incremento delle performance. Al fine di conoscere le necessità e i desideri dei lavoratori, infatti, il sondaggio tra i dipendenti è uno strumento utile che permette di capire se l’investimento effettuato possa effettivamente portare il ritorno sperato.

È essenziale, inoltre, tenere conto di quelle che sono le preferenze dei lavoratori italiani: da una recente ricerca di Harris Interactive per conto di Pluxee Benefits & Rewards Service Italia, emerge che nella classifica dei 10 benefit aziendali più richiesti dai lavoratori, tra i primi posti si trovano i premi immediati (36%) e i buoni pasto (30%).

Fringe benefit e digitalizzazione

Come sappiamo, il 2020 ha segnato un punto di svolta epocale nella digitalizzazione delle imprese che si sono dovute adattare in modo rapido alla necessità di tutelare la salute, in alcuni casi adottando nuove modalità lavorative. Il periodo di pandemia ha messo in luce anche il tema della disponibilità dei benefit da remoto, affrontato dall’Associazione Nazionale Società Emettitrici Buoni Pasto (ANSEB), che ha sottolineato come il trattamento economico e normativo del lavoro da remoto non possa essere inferiore a quello complessivamente applicato.

In particolare, nella nota stampa di ANSEB, si affronta l’argomento dei buoni pasto in smart working, confermando come le imprese debbano occuparsi dell’incentivazione di uno stile di vita salutare e nel mantenimento di un’alimentazione bilanciata dei collaboratori, anche quando questi lavorino in modalità telematica. Anche da remoto, quindi, la qualità delle pause incide infatti sulla motivazione che è uno degli elementi in grado di incrementare le performance.

Grazie alla versione elettronica del buono pasto, la gestione amministrativa del benefit aziendale più diffuso in Italia è ancora più semplice, rapida e sicura. Mettere a disposizione dei collaboratori i buoni pasto - in modalità agile e non - è una dimostrazione forte di vicinanza e supporto da parte delle aziende, ma questi non sono gli unici benefit smart apprezzatissimi in epoca di digitalizzazione.

Oltre allo sviluppo dello smart working, anche il settore degli acquisti online ha subìto una rapida accelerazione: secondo una ricerca effettuata dall’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, gli acquisti online nel 2021 valevano 39,4 miliardi di euro (+21% rispetto all’anno precedente), a dimostrazione del fatto che gli italiani hanno preso l’abitudine di acquistare beni e servizi attraverso pagamenti elettronici.

Per questo motivo, anche i buoni regalo come il sopracitato Buono Acquisto Pluxee sono gli strumenti ideali: possono essere utilizzati sulle piattaforme eCommerce più prestigiose come in oltre 20.000 punti vendita in tutta Italia. Inoltre, con il formato elettronico, anche le procedure logistiche di ordine e consegna di questo buono acquisto possono essere 100% digitali, senza dovere ricorrere a spedizioni fisiche tramite corrieri.


L’articolo ha fornito un’utile guida per orientarsi nel mondo dei fringe benefit, gli strumenti più diffusi per motivare e incentivare i collaboratori, incrementando le performance.

Se desideri saperne di più, richiedi una consulenza gratuita e scopri come soddisfare le esigenze e migliorare il benessere dei tuoi collaboratori!

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